Il tunnel del divertimento. Perché televisione, internet e serie tv ci distraggono da noi stessi
Con Matteo Bittanti e Gabriele FerraresiLa profezia di Orwell non si è compiuta appieno: non ci hanno tolto la libertà con una dittatura o con la psicopolizia. Si sta delineando piuttosto la società profetizzata da Aldous Huxley nel suo Il mondo nuovo. Nella visione di Huxley non sarà il Grande Fratello a toglierci l’autonomia, la cultura e la storia, la gente sarà felice di essere oppressa e adorerà la tecnologia che libera dalla fatica di pensare. Orwell temeva che i libri sarebbero stati banditi; Huxley, non che i libri fossero vietati, ma che non ci fosse più nessuno desideroso di leggerli. Orwell temeva coloro che ci avrebbero privati delle informazioni; Huxley, quelli che ce ne avrebbero date troppe, fino a ridurci alla passività e all’egoismo. Orwell temeva che la nostra sarebbe stata una civiltà di schiavi; Huxley paventava l'avvento di una cultura volgare, interessata soltanto a cose frivole. In breve, Orwell temeva che saremmo stati distrutti da ciò che odiamo, Huxley, da ciò che amiamo. La cultura dell’intrattenimento nella quale siamo immersi alimenta e realizza il mondo immaginato da Huxley.