Photo credit: Horst Ehricht
"Nasceva un secolo fa Marshall McLuhan, Santo Patrono di WIRED magazine, quella della gestione Louis Rossetto & Jane Metcalfe (1993-1998). McLuhan ha previsto, con perturbante precisione, innumerevoli sviluppi tecnologici che oggi sono parte integrante del nostro ecosistema mediale ma che negli anni Sessanta erano relegati all'iperuranio della fantascienza. Ostracizzato da una casta accademica incapace di cogliere il suo genio, McLuhan ha goduto dei suoi quindici minuti di successo televisivo prima di diventare oggetto di scherno da parte di quei mass media che ha studiato per tutta la sua vita. Quei mass media che non "avevano capito nulla del suo lavoro!" [Nota 1]. L’espressione latina nemo propheta in patria ha implicazioni temporali e non solo geografiche.
Una delle "profezie" mcluhaniane più affascinanti concerne le trasformazioni del libro nell'era elettrica/elettronica. Le sue osservazioni sono particolarmente pregnanti in una fase storica – quella attuale – contraddistinta dalla progressiva affermazione del libro digitale su quello cartaceo. Anche se l'ebook stenta a decollare in Italia per una serie di ragioni di natura tecnologica (l'assenza dell'attuale leader di mercato, Kindle - introdotto negli Stati Uniti nel novembre 2007 - non aiuta), culturale esociale (resistenze tecnofobiche, pregiudizi di vario tipo - spesso fomentati da chi, per difendere i propri interessi economici si batte per il mantenimento dello status quo), ci sono pochi dubbi che il futuro delle parole prenderà forma sugli schermi anziché sulla carta. I luddisti e gli sniffatori di carta & colla gridano allo scandalo. Fortunatamente, sono disponibili sul mercato ottime cuffie dotate di tecnologia noise-cancelling.
Per riprendere il citatissimo & eccitante mantra di William Gibson - "Il futuro è già arrivato ma non è equamente distribuito" - registriamo che in nazioni tecnologicamente più avanzate, per esempio, la Corea del Sud, i processi di aggiornamento della parola scritta sono in full-effect, come testimonia la decisione di rimpiazzare entro il 2015 tutti i libri di testo degli studenti - pesanti, costosi e già obsoleti nel momento stesso in cui vengono stampati - con versioni digitali. Nel giugno del 2011, inoltre, Amazon ha annunciato la decisione di offrire libri di testo elettronici a noleggio negli Stati Uniti attraverso Kindle. C'è chi punta i piedi e chi corre.
A scanso di equivoci, è opportuno ricordare che un ebook non è un mero libro digitale. L'espressione "libro digitale" - come "cinema interattivo" spesso usato per indicare i videogame - è un ossimoro, un paradosso, un equivoco. Confonde, invece di chiarire. L'ebook è un nuovo medium che “rimedia” alcuni aspetti del libro cartaceo. [Nota 2] E ogni nuovo media presenta una peculiare estetica, una specifica pragmatica, nuove modalità di consumo e pubblici differenti. Soprattutto, i media non sono i contenuti che veicolano, come ci ricorda McLuhan. La lettura di un libro su carta e la lettura del "medesimo" libro su uno schermo costituiscono due esperienze qualitativamente differenti. Analogo discorso per l'audiovisivo: la fruizione in sala e la fruizione televisiva del “medesimo” film sono due pratiche radicalmente diverse. Ergo, parlare di "medesimo" film è privo di senso. Dovremmo piuttosto parlare di due film differenti (l'uso stesso del termine "film" per indicare un video fruito su un laptop, smartphone o via DVD, è privo di senso).
Le osservazioni di McLuhan sui libri elettronici formulate nell'"era elettrica" (ovvero, gli anni Sessanta) non fanno alcun riferimento agli ebook, ovviamente, perché i primi esperimenti in questo senso risalgono alla decade successiva - si pensi, per esempio, all'ambizioso Progetto Gutenberg (1971), tutt'ora in corso. Ciononostante, vanno recuperate per motivi che diventeranno presto evidenti.
In un breve ma fulminante articolo pubblicato nel 1967 dal titolo "Is Book Dead?", McLuhan scrive che il libro ha prodotto un "ambiente visuale per la razza umana" (447). Come tale, "rappresenta il medium della modernità": le culture primitive, infatti, vivevano "essenzialmente in un mondo acustico". Non solo: il libro trasforma la nozione stessa di spazio. "Dopo l'avvento dello spazio visuale, o con l'alfabetizzazione" aggiunge McLuhan, "l'uomo vive in un mondo fatto di traiettorie uniformi, collegate tra loro" (ibidem). Uno spazio lineare, sequenziale, leggibile, appunto.
L'era dei circuiti integrati produce tuttavia una ri-tribalizzazione, ponendo fine all'individualismo. In un contesto elettronico, "Tutti quei ruoli un tempo frammentati finiscono per convergere". L'era digitale, in altre parole, elimina la tendenza alla specializzazione - anzi, allo specialismo - prodotta dal consumo di informazioni su carta stampata. Non solo. Secondo McLuhan, le nuove tecnologie democratizzano l'accesso alla conoscenza, ridefinendo il ruolo del lettore, trasformandolo in scrittore e publisher:
Grazie alla xerografia, il lettore diventa editore. In precedenza, la macchina da scrivere aveva consentito al lettore di diventare scrittore, autore, editore. Qualunque cosa scrivesse era, in un certo senso, pubblicata. Questo ha modificato la forma della scrittura. Gli effetti si sono manifestati sulla forma dei racconti, sulla poesia e sulla narrativa in generale. Ha avuto efetti profondi sull'organizzazione delle energie aziendali (ibidem)
Ora, quando McLuhan parla di xerografia si riferisce esattamente alla tecnica di fotocopiatura inventata dal fisico americano Chester Carlson nel 1938 oggi alla base delle moderne fotocopiatrici e stampanti laser. Fondata nel 1961 (ma attiva dal 1944 quando si chiamava ancora Haloid Company), Xerox Corporation ha costruito un vero e proprio impero grazie all'invenzione di Carlson. Per inciso, non andrebbe dimenticato il ruolo di Xerox nel plasmare le dinamiche stesse dell’interazione uomo-macchina. Tra le fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, il suo avveniristico centro di ricerca a Palo Alto, lo Xerox Parc, ha sfornato molte di quelle tecnologie che oggi utilizziamo quotidianamente per interagire con i computer, dal mouse alla GUI.
Ma torniamo a McLuhan: qual è la vera innovazione introdotta dalla xerografia?
Consentendo a qualcunque scrittore di pubblicare o riprodurre qualsiasi cosa, [la xerografia] può aggiungere una colonna sonora a qualsiasi libro che qualcuno decida di fotografare. Può aggiungere qualsiasi parte di qualsiasi libro a qualsiasi libro, creando una sorta di montaggio alla Andy Warhol (ibidem). [Nota 3]
L'innovazione xerografica - scrive mcLuhan - produce un ritorno alle origini. Grazie alla macchina fotocopiatrice, infatti, l'utente diventa una sorta di scriba, dato che "nell'antichità, lo scriba svolgeva simultaneamente i ruoli dell'editore, dell'autore e del lettore. Tutte queste funzioni cosistevano nella medesima persona. Non erano specializzate". (ibidem).
Che tipo di libri produce lo scriba moderno per mezzo della xerografia? Ancora una volta, la risposta di McLuhan spiazza e insieme illumina, dato che descrive con sorprendente lucidità la trasformazione del libro in servizio:
Grazie alla xerografia, il libro diventa tendenzialmente un servizio per gli individui, un servizio fatto su misura, anziché un pacchetto uniforme, frutto della produzione massificata. Questo è il risultato della xerografia. L'applicazione del circuito integrato a una vecchia industria meccanica trasforma il libro in un servizio, [l'editoria] in un'industria di servizi, non per il pubblico in generale, ma per l'individuo, che ha particolari e specifici bisogni, bisogni che può soddisfare per mezzo di una telefonata. (448)
Una simile tesi ritorna nel saggio "Education in the Electronic Age" del 1970. Scrive McLuhan:
Il futuro del libro fuori e dentro le scuole coincide con la sua trasformazione in servizio. Useremo il telefono, o altri strumenti, per comunicare il nostro interesse per un determinato argomento, per esempio la "storia dell'aritmetica egiziana", e le nostre competenze - un po' di sanscrito, parecchio francese, questo e quello e quindi chiederemo se, "cortesemente, possiamo ricevere le ultime notizie in materia". Nel giro di un'ora circa, riceveremo un pacchetto che contiene gli ultimi studi nell'ambito dell'aritmetica egiziana provenienti da tutte le riviste accademiche del mondo, e personalizzate sulla base delle nostre esigenze e competenze. Xerox rende obsoleta l'idea dei libri di massa, identici per tutti, nonché la pratica di uscire di casa per comprarne uno. Xerox trasforma il libro in un'industria di servizi, fatta su misura, customizzabile. (McLuhan, 1970, enfasi aggiunta)
A questo proposito, è utile riprendere alcune dichiarazioni rilasciate da McLuhan al network canadese CBC. In una seminale intervista del 1966, il teorico canadese descrive de facto il funzionamento di Internet con oltre trent'anni di anticipo:
Invece di andare in un negozio per acquistare un libro di cui sono state stampate, che so, cinquemila copie, prenderemo in mano la cornetta del telefono e comunicheremo a un terminale remoto le nostre competenze linguistiche (per esempio, sanscrito e tedesco), interessi (la matematica) e bisogni specifici. Dopo aver ricevuto queste informazioni, il bibliotecario del futuro recupererà, grazie all’aiuto prezioso dei computer, informazioni utili alla nostra ricerca, le fotocopierà e ce le invierà a casa (McLuhan, 1966, enfasi aggiunta).
In questo passaggio c’è praticamente tutto: internet, gli aggregatori di notizie e di feeds, la commutazione di pacchetto che contraddistingue le modalità di trasferimento dati delle reti di telecomunicazione, la personalizzazione dell'informazione, la stampa on-demand, gli ebook, i motori di ricerca... Con l'unica differenza che il "bibliotecario umano" di McLuhan è stato rimpiazzato nell'era di Google da anonimi, ma efficienti algoritmi. E la posta tradizionale, o snail mail, è stata superata dall’accesso diretto, in tempo reale, alle informazioni. Ma il meccanismo in quanto tale é esattamente quello descritto da McLuhan.
Dunque, la comunicazione elettronica crea nuovi ambienti e nuove tipologie di pubblico:
Con l'avvento della stampa, si viene a creare un nuovo ambiente noto come 'pubblico’. Non esisteva un pubblico prima della stampa. Esistevano dei lettori, dei piccoli moduli qui e li', dei nuclei. Ma non esisteva un pubblico vero e proprio, nemmeno nell'antica Roma. La tecnologia del centro scrittorio non era dotata della sufficiente autonomia per creare un pubblico o un mercato (McLuhan, 1967).
Domanda: Quale tipologia di emerge dopo l'avvento del circuito integrato?
Puntuale la risposta di McLuhan: si fa strada un pubblico particolare, un pubblico per cui
[T]utto avviene in tempo reale. In simultanea. Un happening in cui ognuno è coinvolto insieme ad altri in A sangue freddo. E quando ognuno è coinvolto insieme ad altri, nessuno è responsabile di nulla oppure ognuno è ugualmente responsabile, per cui l'assassino di A sangue freddo è l'autore oppure il lettore, ma non i personaggi del libro. La responsabilità è distribuita e pervasiva. Si fa dunque strada una nuova forma di relazione umana. Non sono i numeri, ma la velocità, a creare la massa. (McLuhan, 1967)
Quel pubblico, il pubblico per cui "tutto avviene in tempo reale", "in simultanea”, siamo noi. Non solo: la fine della specializzazione descritta da McLuhan é parte integrante del nostro presente, come sa benissimo chiunque abbia un blog o un semplice semplice profilo su Facebook, un account su Twitter, flickr etc etc.
Ci troviamo oggi di fronte a una profonda rivoluzione. L'avvento dell'ebook sta profondamente modificando il panorama editoriale. Stanno emergendo nuovi pubblici. Nuove funzioni. Nuove possibilità di condivisione della lettura, che da individuale sta diventando collettiva, condivisa. Ma si tratta di un tipo di collettività assai differente rispetto a quella tradizionale, per cui mi trovo con un amico nel café di fiducia per discutere dell'ultimo romanzo di Jonathan Lethem. Una collettività assai differente anche da quella che si sviluppa su siti come Goodreads, dove ci s'incontra virtualmente per scambiare giudizi, opinioni e consigli di natura letteraria. In entrambi i casi, infatti, l'esperienza “collettiva”, la natura sociale della lettura, é esogena al libro.
Per converso, la pratica di lettura condivisa di cui parlo è endogena. Per mezzo del mio Kindle, posso sottolineare in modo digitale alcuni passaggi di un libro e verificare, in tempo reale, quanti altri lettori - lettori che non conosco, ma che mi piacerebbe conoscere - hanno trovato quegli stessi passaggi interessanti al punto da evidenziarli, per citarli ed eccitarsi, per incorporarli in un loro articolo, per diffonderle elettronicamente, per stamparle e attaccarle sul frigorifero, come motto, slogan, aforisma.
Faccio un esempio concreto. Sto leggendo, via Kindle, l'avvincente saggio di Pamela Haag, Marriage Confidential: The Post-Romantic Age of Workhorse Wives, Royal Children, Undersexed Spouses, and Rebel Couples Who Are Rewriting the Rules (2011), una penetrante riflessione sul destino delle relazioni sentimentali nell'era contemporanea, era che la Haag definisce “post-romantica”. Nella locazione 2966 di 6493 (preferisco citare le locazioni al numero di pagina, retaggio di un'epoca ormai tramontata), m’imbatto in un passaggio fulminante:
According to a fascinating 1994 study, Americans are among the most infidelity-intolerant people in the world, with a near unanimous 94 percent judging extramarital sex to be “always or almost always wrong,” and just 6 percent “only sometimes wrong or not wrong at all.” By contrast, 20 percent of Italians and 36 percent of Russians, for example, deemed extramarital sex “only sometimes wrong or not wrong at all. (Haag, 2011)
Brillante. Lo sottolineo al volo. Kindle m’informa che altre diciannove lettori hanno a) sottolineato virtualmente (=> hanno usato un movimento delle dita a pinza per delimitare un'area del testo - o con il mouse, se stanno usando la versione PC/Mac di Kindle) il medesimo passaggio e b) come me, hanno scelto di rendere pubblica la loro scelta di sottolineatura (laddove "pubblico" si riferisce solo alla sottolineatura in quanto tale e non all'identità del sottolineatore – tra le due cose c’è una differenza sostanziale).
Una simile possibilità offerta dall'ebook costituisce una interessante novità rispetto al libro cartaceo, le cui annotazioni e glosse hanno una dimensione sostanzialmente privata. In primo luogo, perché si tratta di un'informazione destinata ad evolversi nel tempo. È infatti plausibile ritenere che, nei prossimi mesi o anni, il numero di sottolineature virtuali di questo passaggio - per tacere del libro in quanto tale - aumenteranno. Il libro vive dunque una seconda vita in rete, una vita che possiamo seguire in diretta: l'ebook è infatti un formato simultaneamente domestico e pubblico. Per il momento, Amazon mi informa che il volume della Haag si colloca alla "12539esima posizione dei libri più sottolineati". La logica del frammento e del rimontaggio, dell'estrapolazione e della scorporazione, per cui il film viene frantumato in mille pezzi e condiviso, commentato, ripreso su YouTube. Il frammento audiovisivo decontestualizzato non e' un frattale. Esso infatti acquista una vita propria, un'esistenza autonoma, un'esistenza la cui durata dipende da innumerevoli fattori (tecnologici, legali, economici etc.). Oggi questo fenomeno riguarda anche il libro, o meglio, il suo successore digitale.
L'atto apparentemente triviale della sottolineatura collettiva riveste un'importanza tutt'altro che banale, in quanto unisce e collega in modo invisibile e probabilmente imprevedibile - ma non per gli algoritmi di Google - lettori geograficamente dislocati e culturalmente eterogenei. Grazie alle opzioni di tracking ed annotazione di Kindle si potrebbe costruire un social network letterario in cui l'informazione condivisa non è, banalmente, la recensione, i giudizi in stelline e/o lo stato di avanzamento di lettura di un testo (il modello di Goodreads, insomma), ma le parti più succose, le idee più dirompenti, i passaggi più illuminanti ed eleganti... Insomma la polpa. De facto, la struttura di questo social network esiste già. Lo sta costruendo Amazon e si chiama Shelfari, anche se lascia molto a desiderare (come attesta la mediocrita della pagina di Marriage Confidential). Lanciato nel 2006 da tre fondatori di RealNetworks, Josh Hug, Kevin Beukelman, and Mark Williamson, Shelfari si basa su logiche di catalogazione di natura folksomica. Il sito ha progressivamente incorporato molte delle caratteristiche del web 2.0, ma resta a tutt'oggi uno strano ibrido, un'appendice di Amazon (che lo ha acquistato nel 2008).
Shelfari è stato introdotto prima di Kindle e della rivoluzione degli ebook. Come tale, è gia' superato. Kindle rappresenta un cambio di paradigma. La vera forza del lettore digitale di Amazon non sta tanto nell'hardware e nemmeno nel software in quanto tale, bensi' nell'infrastruttura, nell'ecosistema. Non è possibile comprendere il successo di iPod a prescindere da iTunes. Analogamente, Kindle non esiste indipendentemente dallo sciame di interazioni trasversali e di traiettorie oblique che si sviluppano grazie a Kindle, interazioni che vanno ben oltre il download istantaneo di ebooks.
Torniamo a Marriage Confidential. Come dicevo, sarei curioso di conoscere le altre diciannove persone che, come me, hanno trovato quel passaggio così interessante da sottolinearlo - eseguendo un movimento a pinza delle dita della mano per delineare un'area del testo (e magare aggiungerci pure una nota – un gesto che Hayao Miyazaki, disgustato, ha paragonato all’atto della masturbazione, un'analogia che andrebbe sviluppata, magari con l'ausilio della psicoanalisi). Mi piacerebbe inoltre sapere se quelle diciannove persone hanno sottolineato altri passaggi che mi hanno colpito. Magari tra quelle diciannove persone c'è la mia anima gemella, quella che hai sempre sognato di incontrare in una libreria, quella con cui intavoli una conversazione, impromptu, sul tuo romanzo preferito, che lei sta sfogliando, proprio in quel momento. Nel momento in cui le librerie si estinguono, occorre trovare altri modi per socializzare. Dopo tutto, i libri - e i suoi successori - resteranno sempre un potente lubrificante sociale. Il testo è soprattutto pre-testo.
Sfortunatamente, al momento Amazon ha deciso di non consentire ai sottolineatori incalliti come il sottoscritto di rendere pubbliche le loro identità (il fatto che il saggio della Haag sia "politicamente scorretto" non incoraggia i lettori ad esporsi pubblicamente). Nel frattempo, tutte queste informazioni succose vengono archiviate da Amazon. Mi auguro che il proto-social network di Kindle possa crescere ed evolversi. Tecnicamente parlando, non vedo grandi ostacoli.
Se ancora non fosse chiaro, Kindle non è un semplice e-reader, ma uno schermo. Uno schermo portatile che fa tante cose, tra cui simulare/rimediare cose analogiche come la carta, l'inchiostro e la pagina. Uno schermo che mi fa leggere le righe, tra le righe, ma soprattutto, oltre le righe. Da tempo ormai consumiamo la nostra cultura essenzialmente attraverso degli schermi. Tutta la cultura audiovisuale del ventunesimo secolo - dalla musica ai videogiochi, dalle parole alle immagini, fisse in movimento - passa attraverso gli schermi. Portatili e fissi. Gli schermi sono, al tempo stesso, finestre e specchi. Ci mostrano il mondo, riflettono la nostra immagine. Ci permettono di capire chi siamo. Chi sono – e soprattutto cosa fanno - gli altri. Gli schermi, in questo prototipo di Toyota, possono sovrapporsi alle finestre, anzi, ai finestrini. Gli schermi sono dei filtri. Gli schermi siamo noi.
Alcuni schermi sono più apprezzati di altri. iPod, per esempio, ha trasformato radicalmente il modo di consumare la musica, ponendo fine all'era del disco compatto e dell'acquisto di merce musicale inscatolata. Lo streaming dei film, ormai dominante negli Stati Uniti, sta lentamente ma decisamente erodendo il monopolio della pay-tv - via cavo e satellite - e ha messo fine all'era del disco compatto (a varie risoluzioni, prezzi e formati) e dell'acquisto di merce video inscatolata.
Kindle è solo uno dei tanti schermi che usiamo oggi per interfacciarci al mondo e alla cultura e, per quanto mi riguarda, i migliore strumento disponibile per leggere quelle informazioni testuali di natura essenzialmente lineare altrimenti conosciute come "libro". Personalmente, preferisco un e-reader dedicato a un tablet per leggere un libro elettronico. Il libro, per sua natura, è un oggetto finito, autonomo, chiuso, mentre la techno-cultura digitale e della rete che passa attraverso gli schermi è, per sua natura, aperta e rizomatica. Non a caso, Kevin Kelly opera un'importante distinzione operativa tra lettura centripeta e lettura centrifuga. Il consumo del libro prevede esperienze solitarie e silenziose, individuali e concentrate. Esperienze che un Kindle emula/rimedia assai meglio di quelle di un iPad, che, per sua natura, celebra il multitasking. Kindle è tutt'altro che perfetto. È stato deliberatamente addomesticato ed indebolito con limposizione di sistemi proprietari - il formato esclusivo di Amazon, .azw. L'impossibilità di stampare un capitolo o anche solo una pagina del libro elettronico acquistato, inoltre, è davvero sciocca, anche se probabilmente è stata voluta dagli editori - gli errori del passato, commessi con il DRM dei file mp3, ritorna come uno zombie per gli ebook. Corsi e ricorsi, direbbe il Vico.
Seguendo l'esempio di McLuhan, non possiamo dimenticare che Kindle non è un semplice lettore di informazioni elettroniche, ma una nuova piattaforma. Un ambiente. Un software. Un ecosistema in continua evoluzione. Grazie alla tecnologia Whispersync, posso cominciare a leggere un libro sul mio iPhone - dotato di Kindle app - proseguire dal punto in cui mi ero interrotto sul mio laptop (dotato di software Kindle) - e concluderla sul mio Kindle, alla sera, prima di coricarmi. Una simile esperienza di lettura ha affascinanti ripercussioni, perché ogni strumento - laptop, smartphone ed e-reader - presenta caratteristiche peculiari. Il medium è il messaggio, no? E non dimentichiamo gli audiolibri, che rappresentano una modalità straordinaria di lettura, pardon, ascolto. Sfortunatamente, per il momento gli audiolibri non fanno parte dell'ecosistema Whispersync, per cui non è possibile sincronizzare la lettura all'ascolto. Anche in questo caso, tuttavia, i limiti non sono di natura tecnologica. Non va dimenticato che audible.com è solo una delle innumerevoli aziende di Amazon.
Dall'occhio all'orecchio, il passo è breve. Del resto, il ritorno dell'acustico nel mondo tribalizzato, non dovrebbe proprio sorprenderci.
Matteo Bittanti,
San Francisco, Luglio 2011"
[fine prima parte]
[questo estratto fa parte di un saggio di prossima pubblicazione]
Riferimenti bibliografici (parziale)
Bolter, David J. & Grusin, Richard, Rimediation. Competizione & integrazione tra vecchi e nuovi media, Firenze, Guerini & Associati, 1999.
Coupland, Douglas, Marshall McLuhan, Milano: ISBN Edizioni, 2011.
Haag, Pamela, Marriage Confidential: The Post-Romantic Age of Workhorse Wives, Royal Children, Undersexed Spouses, and Rebel Couples Who Are Rewriting the Rules, New York: Harper, 2011.
McLuhan, Marshall "Is Book Dead?", Instructional Media, Reprinted from College and University Business, New York: McGraw-Hill Inc., December 1967, 477-488.
McLuhan, Marshall "Education in the Electronic Age", in The Best of Times/The Worst of Times: Contemporary Issues in Canadian Education, 1970. 133.
Note
[1] La simpatica vignetta, tratta da Annie Hall (Woody Allen, 1977), ha ispirato il titolo della recente anti-biografia del teorico canadese firmata da Douglas Coupland, Marshall McLuhan: You Know Nothing of My Work!, tradotta in italiano da ISBN Edizioni con un titolo meno impattante ma a prova di idiota: Marshall McLuhan. Qui potete trovate un estratto.
[2] Per rimediazione s’intende la rappresentazione di un medium in un altro medium, ovvero l'utilizzo di alcune caratteristiche tipiche di un medium all'interno di un altro. Per ulteriori informazioni, cfr. Bolter & Grusin, 1999.
[3] Si noti che risalgono allo stesso periodo gli esperimenti di cut-up di William Burroughs: il cut-&-paste che conosciamo oggi, il taglia-e-incolla digitale, era dietro l’angolo...
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